Si sono conclusi oggi i campionati europei giovanili di Wroclaw, Polonia. Riassumiamo la situazione di questa mattina all’alba: nutrivamo discrete speranze di medaglia con la squadra Girls, mentre per ottenere lo stesso raccolto dalla Under 26 sarebbe servito una specie di miracolo.
La medaglia delle girls è puntualmente arrivata, a coronamento di un campionato in costante progresso, nel quale abbiamo per metà gara stazionato fra il settimo e l’ottavo posto, quindi oltre i margini della qualificazione ai prossimi mondiali (che per questa categoria è ristretta a sei equipes). Il nostro campionato è stato influenzato da un calendario molto irregolare: i cinque match contro le cinque squadre che si sono rivelate competitive, e che hanno concluso il campionato qualificandosi insieme all’Italia per i mondiali, sono stati tutti consecutivi fra il terzo e il settimo turno. I primi quattro li abbiamo persi ; e questo passaggio a vuoto, ancorché causato dal livello delle avversarie, ci è costato l’aspirazione a posizioni più nobili.
Il quinto incontro, con la Danimarca, lo abbiamo vinto nettamente, e da lì in poi tutti i seguenti, arrivando anche a nutrire sogni d’argento. Ma proprio le danesi con una buona ultima giornata sono riuscite a resistere alla nostra rimonta, portandosi a casa il secondo posto alle spalle della da tempo irraggiungibile Francia. E’ stato quindi ancora bronzo, dopo le due medaglie dello stesso colore conquistate dalla spedizione dei fratelli e sorelle maggiori appena conclusa in Danimarca. Una medaglia in una competizione internazionale è un risultato prestigioso, che illumina una carriera: in questo caso, trattandosi di talenti in sboccio, ne suggerisce un percorso promettente. Ma insomma, noi tifosi italiani vogliamo sempre il massimo dai nostri beniamini, e quindi ci auguriamo che questi bronzi in serie siano punti di partenza per la scalata alle vette del podio.
Come detto prima, per una medaglia dagli Under 26 sarebbe servita una concatenazione di risultati a dir poco improbabile, dovendo rimontare 18 VP alla Polonia e 13 a Svezia e Danimarca: unico tenue incoraggiamento ci veniva dal calendario, facile per noi e più spigoloso per le nostre tre avversarie. Ma la Polonia ha subito chiuso il conto: attesa da un duro confronto con Israele, che molto più avanti si stava giocando l’oro con l’Olanda, lo ha stravinto, di fatto orientando a favore dei tulipani la vittoria nel campionato.
L’Italia nel frattempo aveva fatto il suo dovere, marcando quasi 38 VP sui 40 disponibili, e questo le ha permesso di sorpassare la Danimarca e chiudere in quinta posizione con un finale veramente travolgente. Ci ha penalizzato la partenza lenta, con tre sconfitte al primo giorno contro squadre che poi hanno chiuso molto dietro di noi; e poi – mi dicono – in piena rimonta siamo stati fermati dall’Estonia che non ha fatto un gran campionato ma contro di noi ha giocato benissimo.
Penso che una medaglia fosse alla portata di questa squadra; alcuni fattori non hanno girato come dovevano, e poi comunque bisogna ricordarsi che c’erano anche gli avversari, e che alcune di queste squadre hanno giocato un campionato strepitoso. L’Olanda ha fatto 15 VP di media a incontro (ha perso solo con noi, e non di poco!), e Israele ci è andato molto vicino; con la nostra media di 13,5 normalmente si va a medaglia, a volte si vince pure. Abbiamo comunque ottenuto il pass per il mondiale dell’anno prossimo, e questo è sicuramente un risultato importante e prestigioso.
La Under 21 giocava con una squadra di esordienti in categoria, dunque giocava quasi sottoleva, e ha alternato prestazioni decorose a rovesci catastrofici. Non c’è ancora l’esperienza necessaria ad affrontare una manifestazione così carica di tensione come un campionato internazionale con la maglia azzurra sulle spalle. Sicuramente i ragazzi avranno fatto tesoro degli errori fatti e avranno l’occasione per migliorare le loro prestazioni in futuro, con l’aiuto dei loro istruttori.
Già, i tecnici. Dario Attanasio e Valerio Giubilo sono ormai da anni l’affiatata coppia di coach (che potremmo italianizzare in “chiocce”) che preparano i loro pulcini con stage e allenamenti, necessariamente virtuali visto che… l’Italia è lunga, e poi li accompagnano per paesi remoti a cimentarsi in queste kermesse, immagino con quali trepidazioni.
Ho chiesto loro un commento sull’andamento del campionato: entrambi concordano nel considerare molto positivo il campionato. Loro, come ovvio, vivendo ogni incontro sul campo hanno molto più di chiunque altro il polso del livello della competizione, e la loro opinione è che con questo campo di gara il risultato ottenuto è molto vicino al migliore possibile, in rapporto alle possibilità oggettive della nostra spedizione. Nella chiave di prospettiva dell’evoluzione delle squadre che per loro è naturale considerare, va osservato che la squadra Under 26 doveva assorbire l’uscita di un pezzo da novanta come Donati (che ora giocherà in una equipe multietnica i Transnational nella categoria Under 31) nonché di Scatà e Gaiotti, e lo hanno fatto senza eccessivi contraccolpi, e che le girls potranno presentare per cinque sesti la stessa formazione ai mondiali dell’anno prossimo (mancherà solo Zaira Davide).
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