Disillusione

Sono terminati oggi gli World Bridge Games argentini, con l’assegnazione delle medaglie più prestigiose, l’oro e l’argento dei tornei a squadre. Eravamo in finale, come tutti sappiamo, per giocarci la vittoria più importante in assoluto, l’oro nel torneo Open; ed è arrivato invece soltanto l’argento. La Polonia ci ha sconfitto nettamente in finale, e si è meritatamente aggiudicata la vittoria in questo importantissimo torneo, che in pratica è il successore di quelle che venivano chiamate Olimpiadi del Bridge.

Poichè però mi sembra giusto andare per ordine in corrispondenza al pregio del metallo vinto, darò prima spazio alle nostre ladies Gianna Arrigoni e Gabriella Gianardi. Infatti, parallelamente all’evento principale (a cui la coppia aveva partecipato con la nazionale Ladies italiana), si sono svolti i campionati a coppie per nazioni, e le nostre ragazze hanno brillantemente vinto la competizione Ladies. E così, una medaglia d’oro all’Italia è arrivata; per un soffio non è arrivata una seconda medaglia da questa competizione, perchè la coppia Golin-Pomares è arrivata quarta per pochissimo.

E veniamo alla finale Open. Ci eravamo lasciati ieri su un punteggio di parità, anzi di lievissimo vantaggio azzurro, per cui non c’era ragione di disperare più di tanto; ma certamente in tutti noi serpeggiava una certa inquietudine, perché i polacchi avevano giocato un terzo turno terrificante, e temevamo che sarebbe stato difficile per i nostri arginare questa rimonta. I nostri avversari, perso per perso, avevano chiamato tutto il chiamabile; e le carte si erano gentilmente prestate alle loro necessità, non a caso nelle stesse mani c’erano state altre due rimonte clamorose, l’88-0 con cui gli USA avevano rimontato il pesante passivo che li separava dalla medaglia di bronzo nel Ladies, strappandola alla Cina, e il 53-7 con cui gli USA avevano spianato l’India, in vantaggio in quel momento nella finale Senior.

I nostri timori sono purtroppo stati confermati oltre ogni più negativa aspettativa, questa mattina: il quarto turno è stato la fotocopia del primo, i nostri hanno subito cinque swing micidiali a cui sono riusciti ad opporne uno soltanto, e i polacchi hanno capottato definitivamente l’incontro guadagnando 40 MP e portandosi quindi a +38 nel conto totale. A metà turno, a dire il vero, eravamo avanti noi 16-12, ma negli ultimi otto board quattro rovesci pesantissimi si sono abbattuti sui nostri. Hanno giocato meglio loro, hanno indovinato di più, e insomma questo break che a conti fatti si rivelerà decisivo se lo sono meritato e guadagnato.

Nel quinto turno abbiamo recuperato qualcosa, quanto bastava per mantenere un pizzico di incertezza (appena un pizzico, visti i 35 MP di ritardo con cui ci siamo seduti). Ma subito un guadagno di 17 MP agli avversari chiudeva il match. Ecco un quiz di attacco per voi: avete

Aprite 1 picche, l’avversario dice 2SA, il vostro partner 3 picche (debole), e gli avversari dopo avere cuebiddato i vostri due pali chiamano 6 fiori. Cosa attaccate?

Questa era la mano completa:

Lo slam è proprio brutto, perché oltre all’attacco sbagliato serve anche la quadri 2-2. Ma se non uscite a picche ve lo stampano; all’altro tavolo lo slam si giocava in Est, per cui Sud non aveva alternative a uscire nel seme del compagno.

E’ finita quindi con il successo dei polacchi, che nessuno avrebbe pronosticato a inizio torneo. Ma la Polonia si è davvero guadagnata il torneo sul campo sconfiggendo in semifinale e finale le due pretendenti più agguerrite, cioè Svizzera e Italia, con oltre 80 MP complessivi di scarto. Davvero nessuno avrebbe potuto immaginare un simile exploit, per cui Buras-Nowak, Strzemecki-Janiszewski e Gawel-Jagniewski meritano congratulazioni e applausi sinceri.

E noi? Lascia un po’ di amaro in bocca perdere una finale nella quale un po’ tutti (a partire da noi stessi) ci consideravano favoriti; al punto da rischiare di dimenticare quanto di buono era stato fatto prima. Perché la squadra ha giocato bene, e a tratti è sembrata veramente irresistibile: per tutto il girone di qualificazione e durante l’ottavo di finale contro la Germania abbiamo visto giocare la squadra dei nostri sogni.

Poi sono venute due vittorie sofferte e striminzite contro avversari che, forse, non avrebbero dovuto metterci in difficoltà fino a quel punto. Ci siamo detti tutti che era assurdo aspettarsi avversari deboli nei quarti e in semifinale di un torneo mondiale, e che passare il turno soffrendo era fisiologico, a quei livelli. L’impressione però che cercavamo di nasconderci con questi bei discorsi era che il momento magico fosse finito: con il senno di poi si riempiono innumerevoli fosse, lo sappiamo, ma è ben noto che è impossibile in una competizione sportiva mantenere la forma perfetta per un periodo indefinitamente lungo, e che questa manifestazione fosse davvero troppo lunga lo avevamo detto in tempi non sospetti.

La Polonia non a caso ha fatto il percorso inverso: qualificazione non particolarmente brillante (quarto posto nel nostro girone), qualificazione a +3 contro la modesta Irlanda negli ottavi, e poi il rush finale, incominciata con l’eliminazione della Cina che aveva dominato la qualificazione, e conclusa con gli ultimi due turni travolgenti.

Rimettendo dunque le cose in prospettiva dopo tutte queste considerazioni, possiamo dire che abbiamo una nazionale estremamente competitiva, e che le medaglie che stiamo mietendo (questa è la terza in due anni dopo i due terzi posti di Mondiale e Europeo) confermano che si tratta di una delle squadre più forti del ranking mondiale. I due senatori, pur estremamente positivi, non hanno forse svettato come in altre circostanze; ma sono cresciuti gli altri quattro, al punto che ormai non guardiamo più il line-up, sicuri che i quattro che giocano saranno all’altezza della situazione. Non è arrivato l’oro, pazienza: come abbiamo detto, la vittoria spesso viene determinata da fattori imponderabili come la fiducia, la forma, il momento. L’importante è esserci, fra le prime, e questa squadra a mio giudizio ha la possibilità di stazionare a lungo nel gruppo di testa: e prima o poi, inevitabilmente, vincerà.

Diamo un’occhiata alle altre finali prima di congedarci dai nostri ventitré lettori. Nel torneo Ladies la Turchia ha vinto una combattuta finale contro la Svezia, mentre il bronzo era andato ieri agli USA. Nel torneo Senior, dominio degli USA sull’India e vittoria per un soffio della Francia sulla Svezia nella piccola finale; e infine, nel Mixed la Polonia ha ripetuto l’incredibile rimonta realizzata nell’Open, ma qui l’ha concentrata nelle ultime sedici mani. Partita infatti con 62 MP di ritardo, ne ha rimontati ben 75 vincendo di 11. All’ultima mano i cinesi avevano ancora conservato tre striminziti ma sufficienti MP, ma nell’ultimo board i polacchi ne hanno vinti ben 14, conquistando la seconda medaglia d’oro nella manifestazione.

C’erano cinque nazioni rappresentate da due squadre in semifinale, e il bilancio è stato questo: Polonia, due ori; USA, un oro e un bronzo; Cina, Svezia, Italia: un argento. Anche questa classifica, dunque, ci conferma al vertice del movimento mondiale, e i buoni piazzamenti delle altre due squadre – in particolare con la crescita della formazione Ladies – rafforzano questa posizione.

 

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