A galla

Quando si vara una barca nuova, malgrado tutti gli studi di ingegneria idrodinamica che ne guidano il design, c’è sempre il momento di incognita del varo: abbiamo sbagliato qualcosa? Starà a galla? E quando lo sperato galleggiamento avviene, il sospiro di sollievo magari un po’ scaramantico è generale.

E quindi: l’ok da Marrakesh è arrivato, siamo a galla. Non proprio benissimo, magari, le macchie sugli scores ci sono state, ma in fondo l’impatto anche emotivo (ancorché schieriamo squadre affiatate, coppie affiatatissime e giocatori che a prescindere dall’età hanno tutti esperienze internazionali di gran peso) di un campionato del mondo si sente e si paga sempre un po’.

E poi, a parte le magagnette, ci sono stati i problemi veri e propri, e anche seri, e questo ci spinge a incominciare il racconto della giornata dai Seniores. Pulga al mattino si è presentato con la febbre, e questo ha indotto evidentemente il coach Parolaro a schierare le altre due coppie. Bene, nel caso abbiate dato un’occhiata allo score del primo incontro con la Cina e vi siate chiesti perché è terminato alla dodicesima mano, il motivo è il seguente: Stefano Sabbatini ha avuto un rialzo di pressione allarmante, che lo ha costretto addirittura al ricovero ospedaliero (ora sta meglio, ci dicono: auguri!). Pertanto il pur amorevole coach è andato a sfilare il termometro dall’ascella del buon Ruggero, e lo ha pregato di presentarsi al tavolo per gli altri due incontri di giornata.

Giornata che i nostri vecchietti archiviano con due vittorie (Cina e Reunion) e una sconfitta (India). L’India, segnalata come molto competitiva, è partita subendo un cappotto dall’Australia, ma poi ci ha sconfitto a +19, e infine ha battuto la capolista Olanda riportandosi quasi in media. Ora guida il Belgio, l’Olanda è scivolata al secondo posto e al terzo c’è appunto l’Australia. Noi siamo sesti, quindi ben assestati in questa prima classifica: chiaro che i distacchi sono minimi e la strada ancora immensamente lunga, e questo vale ovviamente per tutte le competizioni.

L’incontro con Reunion non andava granché bene: solo +7 a tre mani dalla fine. Poi tre guadagni sostanziosi hanno ampliato il divario portandolo a una quota soddisfacente. Detto per inciso, e tanto per fare il solito piantino: le squadre debole è meglio incontrarle da metà in avanti, quando la posizione di classifica si fa pesante e il morale scende. Ed è meglio beccare presto le squadre forti, quando la classifica è ancora un mischione e nessuno deve giocare al coltello per difendere o guadagnare una posizione. Discorsi inutili naturalmente, perchè i calendari non te li puoi cucire su misura; ma tenerli d’occhio sì, in particolare quello della squadra Open che mi sembra il più pericoloso.

Dicevamo dei guadagni finali dei seniores. Questa è la penultima mano:

Apre 1 quadri Failla in Ovest e Ovest ha la bella pensata di infilarsi con 1 cuori. 1SA di Buratti, passo, passo, e Ovest, non pago di averci sganciato dall’amo di un inevitabile 4 cuori molto molto complicato, compete ancora con 2 fiori. Est non vuole essere da meno come aggressività e rialza a 3 fiori, Giuseppe con molto gioco difensivo propone il contro e Andrea con quattro atout lo tiene. La decisione è giusta perché con attacco Asso di fiori e fiori non si superano le sette prese; ma temendo di scopare un onore secco al compagno Buratti decide di attaccare di piccola, e ora dopo una girandola di tagli nobili solo il surtaglio di Asso sulla quarta picche impedisce il mantenimento del contratto e salva le coronarie del Checco (Parolaro, NdA) al tavolo.

All’ultimo board Pulga ci tranquillizza sulle sue condizioni di salute, chiamando con Mina questo 5 fiori nettamente superiore a 3SA. Buratti in aperta contro 3SA attacca Q di quadri e le fiori maldivise condannano la manche, mentre in chiusa il giocatore Riunito (come diavolo si chiamano gli abitanti di Reunion?) sceglie il J di cuori, ma anche l’attacco quadri non avrebbe battuto grazie alle picche 3-3 (qualcosa deve pur esserci, di messo bene!) che consentono lo scarto della quadri.

La squadra Open aveva un calendario subito duro con USA 1, e poi decisamente gentile con Hong Kong e Panama. Gli americani hanno come sempre due squadre per diritto divino in tutte le competizioni; qui i grossi nomi sono acquattati in USA 2 (Meckstoth, Zia, Martel, Grue, tipini così) mentre USA 1 è sempre fortissima, ma (mi dice chi li incontra più o meno abitualmente) più colpista, e il loro percorso lo testimonia: vittoria con Italia al primo e massacro dei cugini di USA 2 nel terzo, intervallati da una netta e sorprendente sconfitta con il Marocco, per un modesto undicesimo posto.

Contro gli USA abbiamo temuto il massacro: 0-32 dopo 9 board, 2-37 a tre board dalla fine. Ma come volevasi dimostrare i boys hanno voluto strafare, contrando un parziale a Sementa che non era lontano dalla surlevée e chiamando slam dove è difficile fare manche (Alfredo c’è riuscito, per fortuna), e la sconfitta è diventata tollerabile, anche se peggiorata da una penalità per gioco lento di 1 VP divisa equamente tra i due contendenti. Pare che le penalità saranno molto severe (i direttori sono stati incaricati di non transigere) e soprattutto non saranno precedute, come consuetudine, da un warning.  Gioco lento, commenti e discussioni al tavolo, comportamenti scorretti saranno sanzionati in modo draconiano, e già parecchi oltre a noi ne hanno fatto le spese.

Dopo il primo difficile incontro, come detto, il calendario si è inclinato verso una discesa confortevole, e due nette vittorie contro gli altri avversari di giornata ci hanno proiettato in terza posizione. Guida l’Olanda (dove eravamo rimasti?) seguita dalla Norvegia: le favorite iniziano già a posizionarsi, quinta è la corazzata svizzera, settima c’è la Polonia, dal nono all’undicesimo posato abbiamo CIna, India e USA 1. Sono davvero tante le pretendenti a un posto al sole: attardate vediamo Israele (tredicesimo), USA 2 (sedicesima dopo il KO nel derby), e anche il Belgio non credo resterà a lungo nei bassifondi. Occhio quindi, perché per stare nelle elette si dovrà sgomitare; e marcare grosso contro avversari deboli potrebbe contare perfino di più degli scontri diretti.

Le due finaliste dell’anno scorso non si sono ripresentate nelle stesse formazioni: l’Olanda ripropone De Wijs-Muller e Van Lankveld-Van den Bos e sostituisce Verhees e Van Proijen con Molenaar-Verbeek. Nella cosiddetta Svizzera sono rimasti gli olandesi Brink e Drijver, entrano i polacchi Kalita-Nowosadzki, mentre Zimmermann fa coppia con l’altro polacco Klukowski. Fernando Piedra ha il ruolo di cng mentre il sesto campione del mondo, e cioè Gawrys, non compare in formazione. Si tratta peraltro di sostituzioni che non sembrano indebolire affatto i due squadroni, da considerarsi dunque ancora favoriti.

Chiudiamo con la squadra mista, che ripropone i sei bronzi di Salsomaggiore impegnati in una difficile riconferma. Qualche inconveniente minore ma non troppo (Attanasio e Manara senza aria condizionata, e se vi sembra un capriccio da viziati sappiate che a Marrakesh ci si aggira sui 45°…) e un calendario simile a quello della squadra Open: subito un impegno difficile con la Germania annunciata tra le favorite, e poi due match sulla carta più abbordabili con Singapore ed Emirati Arabi. La giornata si è conclusa con una sconfitta contenuta e due vittorie che avremmo sperato più larghe, ma vale quando detto prima a proposito della squadra Open: se i board non si prestano più di tanto agli swing, bisogna che siano gli avversari a farsi male da soli, e all’inizio anche i più deboli cercano di ben figurare. E poi, suvvia, ai campionati del mondo non è che ti trovi davanti i pellegrini del circolo…

Insomma siamo ottavi; e quindi, per quanto sia una considerazione talmente prematura da far sorridere, tutte e tre le nostre rappresentative sarebbero qualificate stasera. Prendiamolo come un dato benaugurante, e ripartiamo a testa bassa per consolidare questa situazione favorevole.

Qui nella Wuhan Cup guidano Romania e Germania, due corazzate, seguite da Taipei. Distacchi naturalmente minimi: per dire, l’Italia ottava è a meno di 10 VP dalla vetta.

Diamo infine un’occhiata alla Venice Cup, cioè al campionato del mondo Ladies. Le azzurre non hanno conquistato la qualificazione e non partecipano, tuttavia possiamo spendere anche qui una briciola del nostro ottuso e monocorde tifo sciovinista per USA 1, dove milita la giovane romana Giorgia Botta. Hanno subito preso il comando, dopo il primo giorno, le pretendenti al titolo e cioè la Turchia sempre competitiva a livello Ladies, la Svezia campionessa in carica e la Polonia, mentre USA 1 ha avuto una discreta partenza e si è collocata a fine giornata al sesto posto. La partenza della Turchia è stata strepitosa: 57 VP su 60 (tanto per confronto, l’unica altra squadra a superare i 50 VP è stato il Belgio seniores con 51 circa), e con un calendario nemmeno facilissimo perché l’Egitto sconfitto al primo turno ha poi vinto gli altri due incontri, e al terzo turno le turche hanno distrutto un’altra delle favorite cioè la Danimarca.

E’ dunque passato il primo giorno di questo lunghissimo round robin che domenica prossima emetterà i suoi verdetti, assegnando le posizioni che daranno diritto all’accesso ai quarti di finale. E domani è un altro giorno…

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