Il Bridge italiano festeggia il Maestro Antonio Bertoncelli, detto Tonino. L’appassionatissimo Bridgista di Modena ha compiuto ieri la bellezza di cento anni.
Il nostro sport è sempre stato compagno dell’avvincente vita di Tonino, che procedeva fra famiglia, lavoro, viaggi e che, purtroppo, ha conosciuto anche la guerra.
“Nel 1939 ho ricevuto una bella cartolina, che diceva: devi andare in guerra.” Inizia così, con un tono sarcastico segno della sua personalità brillante e lucida, il racconto di Tonino. Proviamo a immaginarlo, a soli 17 anni, salutare la famiglia e partire verso il fronte. Dei primi anni della guerra non racconta quasi nulla e purtroppo le scene a cui deve aver assistito sono oggi sui nostri schermi nitide e a colori. Tonino salta al 1943, quando con l’Armistizio di Cassibile l’Italia firmò la resa incondizionata agli Alleati. A lui venne affidato il compito di rimettere in sesto i binari ferroviari. Lavorando fianco a fianco a militari provenienti da ogni parte del mondo imparò due cose che gli servirono per tutta la vita: l’inglese e il Bridge. Una versione del Bridge che non era sovrapponibile al gioco da noi praticato oggi… ma Tonino aveva tutto il tempo per aggiustare il tiro.
Tornato a casa conobbe e divenne amico di Carl’Alberto Perroux, l’avvocato considerato fondatore del primo Blue Team. Tonino venne introdotto nel circuito internazionale e seguì il Blue Team ad almeno dieci manifestazioni in Europa fra il 1955 e il 1965. Il suo compito era quello di rendere possibile il “Bridgerama”: era il reporter che comunicava quanto stesse avvenendo al tavolo dei campioni alla sala gremita di spettatori che con occhi spalancati assistevano alle giocate degli eroi del Bridge.
Il vugraph, ciò che oggi viene fatto con grande semplicità grazie ai computer e ad internet, con i pochi mezzi disponibili all’epoca era un meccanismo intricato e ingegnoso. Una persona, nel nostro caso Tonino, era fisicamente al tavolo accanto ai campioni e riferiva dichiarazioni e giocate, mentre un’altra persona, presente nel teatro, lavorava su una sorta di lavagna luminosa, manovrando interruttori che “accendevano” le dichiarazioni e muovendo le carte così come indicato dal reporter.
Mentre lavorava come geometra nella sua Modena, Tonino si è occupato di diffondere il Bridge, diventando arbitro e Maestro, tanto che tutti i bridgisti della città sono stati suoi Allievi, compreso Giuseppe Cottafavi, il Presidente dell’Associazione Carl’Alberto Perroux, che ricorda: “Tonino era il maestro del mio primo corso di Bridge, quando avevo 17 anni. Ha conosciuto di persona il grande Perroux, alla cui memoria è intitolata la nostra Associazione. Tutto il Bridge modenese è grato a Tonino per l’impegno con cui ha diffuso il nostro sport. Non vediamo l’ora di festeggiare anche questo suo compleanno con una bella festa”.
Come è facile immaginare, tutti i tesserati del club di Modena sono enormemente legati a Tonino, che, prima che iniziasse la pandemia, a 98 anni, organizzava ogni sabato un torneo, raggiungendo la sede dell’Associazione con la sua inseparabile bicicletta. Col Covid molte cose sono cambiate e, per la sua sicurezza, Tonino è stato più attento ai contatti sociali. Purtroppo, in questi giorni, è risultato comunque positivo al virus, ma per fortuna è praticamente asintomatico. Attende quindi di negativizzarsi per potersi riunire agli amici dell’Associazione Perroux e festeggiare il suo compleanno in grande. Per il momento ha spento le candeline con i due figli Piero e Paolo e con l’adorata nipote Arianna, che svolge il moderno mestiere dell’influencer (Arianna, perché non racconti sui social di come il Bridge ha aiutato a mantenere meravigliosamente lucida la mente del nonno?).
Ad oggi Tonino è riuscito a trasmettere la passione per il Bridge a Piero, che, rendendo orgogliosissimo il papà, ha già conquistato un oro, un argento e un bronzo a livello nazionale.
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