La via maestra

Era così facile imboccarla, no? Marcare sulla nostra colonna e non su quella degli altri, chiamare slam e manche che si fanno e stare lontani da quelli che vanno down.

Scherzo, naturalmente: fosse davvero così facile, il bridge non sarebbe il gioco che è. E tuttavia, eliminate le brutture che non appartengono al repertorio dei nostri alfieri, ecco che viene subito fuori la squadra che piace a noi: che gioca pari a pari con Zia, Meckstroth e le leggende americane (perchè qualche cosa di leggendario siamo in grado di metterlo in campo anche noi), finché alla fine è proprio Zia a cedere e a regalare la manche che capovolge l’incontro; che rimonta con passi da gigante e si rimette in gioco con prepotenza.

Parlo della squadra Open, come avrete sicuramente capito. La giornata di ieri è stata di gran lunga la migliore dall’inizio del torneo, per i ragazzi della Bermuda Bowl. Cambiano i giocatori (c’è solo Versace della squadra di Salso) e gli scenari ma questa squadra sembra sempre doversi trovare sul ciglio del precipizio per dare il meglio e trarsi d’impaccio. Andò così a Salso e anche agli europei di Madeira, se ricordate, dove strappammo in volata la qualificazione per questo mondiale.

Proviamo a raccontarlo meglio e con ordine, questo giovedì vissuto per due terzi sotto i riflettori di BBO. Primo incontro contro la capolista USA 2; per 13 mani un braccio di ferro in cui nessuno molla e si arriva a 11-6 per noi. Poi il match si trasforma in wrestling, e il primo cazzotto ce lo mollano loro:

Stesso inizio di licita all’altro tavolo, però Manno contra 5 cuori e Moss cede le due atout e mantiene facilmente. Qui invece Zia passa e la licita finisce a 6 cuori, evidentemente infattibili mentre 6 fiori si sarebbero fatte facilmente tagliando uno dei due onori di cuori di Ovest.

Non abbiamo però avuto neppure il tempo di rammaricarci per i 12 MP persi o di chiederci, se 5SA chiedeva un minore, perché non passare su 6 fiori; se fosse stata visuale di grande la prosecuzione più logica sarebbe stata 6 quadri. Ma è chiaro che, quando lo spazio licitativo è così ristretto, le opzioni sono talmente poche che diventano necessariamente ambigue e scivolose; e per interpretarle correttamente occorre, oltre al talento che nella fattispecie è indiscutibile, anche un affiatamento perfetto e una comprensione del punto di vista del compagno che solo un lungo sodalizio può formare. E Alfredo e Antonio, pur avendo già giocato molte volte insieme, forse non sono ancora a questo livello di intesa.

Non abbiamo avuto tempo, dicevo, perché la mano successiva era questa;

Detto per inciso: quante volte è successo, qui a Marrakesh, che gli incontri abbiano cambiato padrone, perfino un paio di volte, nelle ultime 2-3 mani? Soltanto limitandosi all’Italia ricordo almeno una decina di ribaltoni, e sbirciando in giro ne ho visti molti altri. Sembra che un dio dispettoso abbia deciso di accumulare tutti i goulash e tutte le decisioni difficili nella coda, davvero velenosa, di molti boardset.

In aperta Manno apre di 1 quadri, subisce il barrage a 4 picche, Di Franco dice 5 fiori e Moss difende prima a 5 picche e poi dopo 5SA di Andrea (scegli uno slam) e 6 quadri di Max, ancora a 6 picche, ovviamente contrate. Gli italiani si danno il taglio a cuori e marcano 500.

In chiusa Sementa con 3SA mostra un barrage nobile più costruttivo rispetto al normale barrage a livello quattro: e ne ha ben donde. Anche qui Meckstroth mostra le fiori, e Versace (che ovviamente pensa che il partner abbia le cuori, non potendo supporre che si possa dichiarare 3SA senza A e Q nel colore) dice 4 cuori. Le due licite successive gli fanno mutare avviso, perché Zia contra e Sementa dice 4 picche. Dunque quando Est dice 4SA mostrando (suppongo) tolleranza per le quadri, ha sgamato a sufficienza per rialzare a 5 picche, che è il contratto finale. Attacco quadri, Zia tira l’Asso di cuori e sulla caduta del J (che suppongo sarebbe stata la stessa carta giocata da un doubleton, il conto rovescio qui lo avrebbe salvato) rigioca fiori e regala la manche. +15 e controsorpasso immediato.

Che si perfeziona nella mano successiva:

In chiusa i nostri giocano un 3SA abbastanza banale. Manovra Sementa, che prende l’attacco di Q di fiori al morto e rigioca subito il 10 di fiori per il J di Meckstroth che ritorna picche. Antonio incassa tutte le 7 vincenti nere e esce di quadri per la Q e il K, e ora la difesa deve muovere rosso e concedere un’altra presa oltre all’Asso di cuori.

Nel frattempo esce il risultato dell’aperta, che è 2 quadri+2, e io sono talmente sicuro che si tratti di un errore dell’operatore BBO che chiedo conferma a Donati, il quale mi spiega che Grue e Moss giocano le aperture di 2 con il punteggio 9-15, per cui Grue in Nord, con punteggio limite e misfit, si è giocato che non ci fosse niente ed è passato davvero. Questo è il bridge moderno: il tentativo di mandare l’avversario fuori giri impone un livello di imprecisione licitativa che a volte sembra insostenibile. E d’altra parte stiamo parlando di una coppia affiatata e vincente ai massimi livelli, quindi che sa perfettamente quello che fa: con sottoaperture così flessibili evidentemente si aspettano di guadagnare, nel medio periodo. Si sono semplicemente imbattuti in una mano contro sistema, per fortuna proprio al momento giusto (per noi).

Archiviato dunque questo eccitante incontro con un 33-18, è arrivata l’Irlanda nostra diretta rivale. Incontro a lungo frustrante, nel quale senza subire mai un vero e proprio swing ci siamo trovati sotto di 13, quando sono arrivate le solite ultime due mani. E qui il goulash non c’entra: dopo un nostro primo piccolo guadagno, gli irlandesi hanno avuto la simpatica idea di incasinarsi sulla Blackwood e di chiamare slam senza due Assi. E anche questo incontro si è ribaltato a nostro vantaggio, ancorché di misura (29-25).

Dunque due vittorie prestigiose ma di punteggio ridotto: e la situazione di classifica è peggiorata assai, perché le nostre dirette rivali, agevolate da turni di calendario facili, hanno tutte volato, e ci siamo trovati undicesimi e staccati di 14 VP dall’ottava. Occorreva ora un punteggio rotondo, e i nostri hanno sfruttato al meglio (finalmente!) il facile terzo turno cappottando l’Egitto 55-1: con questo risultato siamo rientrati in lotta portandoci al decimo posto a -5 dall’ottava. Che però è l’Olanda, non facile dunque da scavalcare. C’è però di bello che la classifica stasera si è drammaticamente accorciata: le squadre di testa hanno zoppicato mentre quelle di rincalzo hanno più o meno tutte corso, e ora nessuno è più sicuro di nulla. Guardate la fila indiana:

Meno di 20 VP tra la prima e l’ottava! Bastano un paio di turni storti per precipitare, e proprio l’Olanda che fino a poco fa svettava ne sa qualcosa. Dunque attenzione, perché – come avevamo notato giorni fa, prima di iniziare – resteranno fuori dai quarti squadre che sono venute a Marrakesh per vincere. La lotta sarà feroce, e conterà molto in questo finale non perdere gli scontri diretti e soprattutto sfruttare al meglio i jolly che si hanno ancora in calendario. Per quanto ci riguarda, questo significa usare bene la giornata di domani, in cui abbiamo gli ultimi due incontri facili, con Cile alla prima e Singapore all’ultima; in mezzo però c’è il Belgio, in un match che ha quasi il sapore di uno spareggio. E sarà importante essere risaliti il più possibile alla fine di questa terzultima giornata, perché nei cinque match degli ultimi due giorni ci saranno quattro scontri diretti di fila con squadre che ci sopravanzano (Nuova Zelanda, Olanda, India, Norvegia: se la classifica rimane così incontreremo per la terza volta la capolista!); se a quel punto saremo ancora vivi concluderemo con l’Australia, che qui sta andando maluccio ed è ormai fuori dai giochi, ma su cui è meglio non contare troppo come sparring partner arrendevole.

Questo è quanto: oggi ci siamo guadagnati il diritto di giocarcela, nulla di più.

Mi sono dilungato sulla squadra Open, seguendo il precetto evangelico che dice di rallegrarsi più per la pecorella smarrita che non per quelle al sicuro nell’ovile. E’ ora però di vedere come se la sono cavata anche le altre nostre rappresentative.

La squadra Mixed partiva dalla terza posizione e ha migliorato chiudendo in seconda, dopo essere stata a lungo anche in testa. 43 VP – ottenuti contro avversari scorbutici come Romania (una delle favorite), Polonia e Israele – parlano di una giornata eccellente, nella quale la squadra ha giocato ai suoi migliori livelli. Questo, oltre a mettere una seria ipoteca sulla qualificazione fa ben sperare per il prosieguo. Ma attenzione, una seria ipoteca non è una certezza e il prosieguo dobbiamo ancora guadagnarcelo. Il vantaggio sulla nona è di 21 VP, rassicurante ma non decisivo: senza contare che mantenere una delle prime posizioni ci permetterebbe di scegliere la nostra avversaria, o quantomeno di evitare al primo giro una delle migliori. Quindi, ragazze e ragazzi, continuate a dare soddisfazioni ai vostri tifosi senza abbassare la guardia.

Idem con patate per la squadra Seniores, che ha iniziato quarta e finito terza la giornata. Con in più la nota positiva del rientro di Sabbatini, che ha giocato il primo e il terzo incontro, con sollievo di tutti sia per la guarigione che per la possibilità di alternare finalmente tre coppie. La giornata è stata di poco sopra media, due vittorie con lo stesso scarto contro due avversarie difficili come Australia e Francia, ma poi un’inattesa sconfitta contro il Pakistan hanno portato un totale di circa 31 VP. Il discorso è perfettamente identico a quello fatto a proposito del Misto: 23 VP sulla nona, posizione per la quale all’inizio avremmo firmato ma che ora va difesa senza distrazioni.

La pila altissima di board che ci attendeva domenica all’ingresso si è ora alquanto spianata. Ne mancano 128, bisogna stringere i denti, resistere alla stanchezza e fare quest’ultimo sforzo. Coraggio, siamo con voi!

Un ultimo accenno, come d’abitudine, alla Venice Cup, che mostra come nel bridge femminile le gerarchie siano consolidate e le differenze notevoli. Polonia e Svezia hanno quasi 30 VP sulla Turchia, che a sua volta ne ha 20 sulle altre inseguitrici: e questa, osserviamo, è grosso modo la stessa classifica di Salso 2022. Annotiamo con simpatia la risalita di USA 1, che trascinata – almeno così supponiamo – da Giorgia Botta ha recuperato la 12esima posizione, ancora però con 18 VP da rimontare sulle posizioni elette.

 

 

The post La via maestra first appeared on Bridge d’Italia Online.

Generated by Feedzy

Viale dei Gladiatori, 2 00135 Roma
Stadio Olimpico – Tribuna Tevere
Ingresso 30 – Stanza 217