Pietro Forquet

Pietro Forquet si è spento questa notte. La stella del Blue Team ha fatto trepidare generazioni di appassionati di Bridge, portando all’Italia il vanto di 20 medaglie d’oro internazionali in un intervallo di tempo di appena un quarto di secolo, fra il 1951 e il 1974. Era già, però, ormai da anni lontano dal tavolo verde, dal mondo del Bridge che lo aveva incoronato Campione d’Italia, d’Europa e del Mondo, eroe delle 13 carte, Maestro della dichiarazione. L’avversario più atroce e onnipotente, quello impossibile da sconfiggere, Pietro non l’ha affrontato certamente nel Bridge, né tantomeno questa notte. Lo aveva già incontrato quasi sette anni fa, con la morte prematura di Fabrizio, il suo secondo figlio.
Da quel momento, tutto è passato in secondo piano. Le imprese fatte di slam dichiarati in smoking (era quella, ai tempi, la “maglia” del Blue Team), di trofei sollevati da Venezia a Guarujà, sono diventati parte di un’altra vita, testimoniata dai libri, dai giornali, da chi ha assistito in prima persona a quegli incontri, nonché dal settimo posto che Pietro ancora occupa nella classifica assoluta del Bridge mondiale.

Pietro aveva imparato il nostro sport da ragazzino, dalla sua mamma. È stato reclutato nel Blue team nel 1956, con Avarelli, Belladonna, Chiaradia, D’Alelio e Siniscalco, che divenne il suo compagno. Quando quest’ultimo decise di lasciare il Bridge per dedicarsi alla sua professione, Forquet iniziò a giocare con Garozzo. I due hanno formato una delle coppie più forti in assoluto, vincendo sette volte la Bermuda Bowl tra il 1961 e il 1969.
Pietro svolgeva anche la professione di direttore di banca.

Di solito si raccontano smazzate in cui con l’ingegno si realizzano contratti quasi infattibili. Ma la forza del Campione sta soprattutto nella capacità di affrontare l’errore, specie il più inaccettabile per un bridgista: quello del compagno. Quindi, una mano che spesso viene presa ad esempio è un 7SA contrate, a cui Forquet-Siniscalco erano approdati in modo fallimentare, superando la soglia di 7 picche, contratto invece realizzabile, e che era stato dichiarato da Pietro prima del rialzo del compagno. Per lo slam a Senza Atout mancava lo stop a cuori, e così gli avversari incassarono sei prese nel colore, prima che Forquet avesse la possibilità di prendere il controllo. Nel suo libro “Il Blue Team nella storia del Bridge”, il capitano Carl’Alberto Perroux elogia l’atteggiamento imperturbabile con cui Pietro ha giocato la mano senza battere ciglio, né accanirsi sul suo compagno, così permettendogli di mantenere la serenità necessaria a proseguire con la giusta concentrazione l’incontro.
Se consideriamo che, lontano dal tavolo verde, il carattere di Pietro era, diciamo, frizzante, e che lui stesso ammise di essere spesso molto nervoso prima e durante un incontro di Bridge importante, possiamo apprezzare ancora di più l’estremo contegno e il rispetto per il compagno che sapeva mantenere.

Anche i giornalisti erano colpiti dalla fenomenale resistenza e compostezza di Pietro. In un articolo di Sports Illustrated del 1963, si legge: “Forquet ha 38 anni, è soave, bello, ben vestito, intelligente, sveglio […]. Ha giocato praticamente tutte le 27 sessioni di gara, una straordinaria prova di resistenza, mentre tutti gli altri erano sfiniti. […] In particolare, dopo un match estenuante contro la Francia finito alle tre del mattino, i due giocatori francesi si trascinavano stravolti nella lobby dell’hotel, con le cravatte allentate e i capelli scompigliati. Anche Chiaradia sembrava molto stanco. […] Poi è arrivato Forquet. La sua giacca ancora immacolata. Aveva quattro dita nella tasca del cappotto, il pollice all’insù. Con l’altra mano reggeva una sigaretta, con fare sereno, sicuro e sorridente. Camminava con passo leggero e deciso, sembrava pronto per andare a trascorrere una serata mondana.”

Diversi compagni del Blue Team hanno preceduto Pietro. Oggi più che mai crediamo nella continuità e immaginiamo il nostro Campione già seduto ad un tavolo, non verde, non con uno di loro, ma col suo Fabrizio.

La Federazione Italiana Gioco Bridge, con tutti i Suoi tesserati, si inchina alla memoria del Campione Azzurro e si stringe intorno alla famiglia di Pietro Forquet.

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