Pietro il Grande

Il ricordo di Guido Resta:

Avevo letto tutto di Forquet, l’appassionante scritto di Perroux, il suo tenere a battesimo di Garozzo in Nazionale, i suoi libri, i suoi innumerevoli titoli mondiali, dei World Bridge Games (allora si chiamavano “Olimpiadi”), europei, e poi avevo a malincuore notato la sua scomparsa dalle scene internazionali bridgistiche ormai da trent’anni.

Quando il Consiglio mi incaricò nel 2005 di selezionare e capitanare la Nazionale Senior per i Mondiali ad Estoril, coltivai immediatamente un sogno: di ripresentare sulla scena mondiale, dopo quasi 30 anni per Pietro, i nostri mostri sacri e proposi Garozzo, De Falco, Mosca, Sbarigia ,Franco…. FORQUET. (purtroppo Arturo declinò per paura di volare).

Con mia sorpresa, Forquet accettò lo stesso di ricomparire, proponendomi la sostituzione con un suo amico, validissimo giocatore, avv. Masucci.

In quel periodo, imparai a conoscerlo: un uomo dai modi eleganti e raffinati, molto educato e per nulla scostante come la letteratura sua aveva descritto. Un grande onore capitanarlo, fui meravigliato in quel momento per la sua grande disponibilità.

In Portogallo esplose la sorpresa fra i giocatori di tutto il mondo: dapprima si domandarono “caso di omonimia?” poi “figlio, fratello minore?”.

Poi, accertato che era “proprio lui”, Mr Rand Presidente del Comitato Senior della World Bridge Federation (io ero allora il Vicepresidente) organizzò in onore suo e di Garozzo una grande serata, ma, date le numerose adesioni da tutte le squadre, si dovette cambiare salone. Fu un evento commovente ed entusiastico, affollatissimo e carismatico. Durante tutti i successivi quindici giorni di gara, Pietro ebbe le attenzioni e il rispetto di tutti i giocatori che lo avvicinavano, a volte timidamente, per consigli su giocate e dichiarazioni. Pietro Forquet penso ne abbia ricavato la certezza che la sua memoria sopravviveva come meritava uno dei più grandi se non il PIU’ GRANDE GIOCATORE DI BRIDGE.

Evidentemente non ci fu il tempo per una preparazione tecnica appropriata, né per un affiatamento di coppie; ancorché tutti grandissimi giocatori, il Bridge rimane un gioco di coppie… ma io avevo apprezzato molto la loro disponibilità ad essere in questo evento dei “testimonial” di grande risonanza. E in questo senso grande fu l’esempio di Pietro.

Per la cronaca, la nostra Nazionale Open, Bocchi-Duboin, Lauria-Versace, Fantoni-Nunes, capitanata da Maria Teresa Lavazza, il nuovo Blue Team, vinse, per la prima delle sue innumerevoli vittorie,
Il titolo Mondiale. Nella loro competizione, la Nazionale Senior arrivò decima, ma Forquet-Masucci offrirono un’ottima prestazione: ventesimi e positivi nella Butler su ina settantina di coppie fra le migliori del mondo.

Fu questa occasione l’unica parentesi che Forquet concesse durante il suo ritiro, ma sono convinto che il rispetto, il riconoscimento, le attenzioni, la stima che riscontrò palpabile in questa circostanza l’abbiano soddisfatto e ampiamente ripagato. Ed il mio è un grazie sincero e riconoscente .

Guido Resta

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