Tre su tre

Soffrendo da bestie fino al penultimo ostacolo, ma siamo riusciti a portare ai quarti di finale tutte e tre le nostre formazioni. Un risultato raggiunto a essere sinceri con sufficiente tranquillità, senza bisogno di rimonte drammatiche: le nostre squadre avevano incominciato l’ultima giornata di gioco tutte e tre ben dentro il gruppo delle qualificate (addirittura il Mixed Team partiva in prima posizione), pertanto era sufficiente non subire sconfitte rovinose per mantenersi nelle otto. Chiaro che una posizione nelle prime quattro avrebbe permesso di orientare meglio il primo KO; non è stato così, e tutte e tre sono terminate nelle posizioni tra il quinto e l’ottavo e sono quindi finite nel gruppo delle “scelte”. Parleremo più avanti di questo meccanismo di accoppiamento, che è recentemente cambiato.

Ma alla fine è andata bene così, perché abbiamo rischiato anche oggi, e spieghiamo subito come e perché partendo dalla squadra Open, che sapevamo avrebbe avuto le maggiori difficoltà, avendo il minor vantaggio sulla nona e il peggior calendario, in quanto al primo turno avrebbe affrontato la capolista Norvegia.

I baltici hanno tenuto fuori Brogeland e Bakke, evitando forse qualche scintilla di troppo, ma ci hanno fatto parecchio male anche con le altre due coppie: a due mani dalla fine il punteggio era di 38-3, e per effetto di questa catastrofe annunciata eravamo scivolati fuori dalle prime otto.

Il punteggio negativo era maturato su tre mani curiosamente simmetriche e vicinissime tra loro tra la 9 e la 14, nelle quali i norvegesi avevano chiamato e mantenuto slam in chiusa, mentre i nostri in aperta si erano fermati a manche. Ora, nessuno dei tre slam era una scommessa esaltante; tutti e tre oscillavano intorno al 50%, il primo forse qualcosa in più, gli ultimi due se non sbaglio qualcosa di meno. Ma in tutti e tre i casi le carte erano messe in modo da permettere la realizzazione del contratto.

Due licite molto simili, dopo la sottoapertura di Nord: 3 quadri Est, 3 Cuori Ovest, 3 picche Donati e 3SA Grude, 4 fiori Ovest, 4 cuori Est. Ora le due visioni della vita divergono: Percario suppone poche coperture sui suoi pali e passa, Helgemo salta addirittura a 6 fiori ovviamente corretto a cuori da Grude. Il norvegese trova in dono Il J di cuori al morto, senza la quale carta sarebbe stato un ben povero slam, poi trova pure le fiori divise e lo slam è fatto.

Anche questo slam nessuno si offende se non viene chiamato, ma dopo l’apertura di 2 fiori di Ovest e il reperimento del fit cuori, la cuebid reiterata a quadri di Grude convince Helgemo a decollare, e chissà se è stato contento di vedere un vuoto e non l’Asso sui suoi valori. Comunque gioca Grude, Versace attacca fiori e cade il J di Sementa; il giocante batte due colpi di atout, forza l’Asso di quadri e manovra in modo da leggere la mano di Nord (ho avuto a dire il vero l’impressione che forse i difensori avrebbero potuto nascondere meglio le loro carte), dopodiché prende la Q secca di fiori e fa la mano.

Percario, disturbato dal barrage avversario, ha appena lo spazio per scoprire che manca un Asso e la Q di atout e abbandona a livello 5.

Questo è il terzo:

Due sequenze identiche, ma quando Ovest in risposta mostra il secondo palo a 3 cuori Donati stoppa a 3SA mentre Grude supera con 4 fiori, e Helgemo figuriamoci se si ferma. Sementa attacca con l’Asso di picche e la mano finisce; con un attacco neutro 6 fiori si fa passando la carta giusta a picche, sempre che la Q di fiori non si riveli incatturabile. Ne abbiamo chiamati tutti di peggiori, ma al 50% non ci arriva.

E poi, ancora una volta è arrivata la rimonta finale; e in due board siamo risaliti a -10 e abbiamo piazzato il break che, a conti fatti, ha chiuso il discorso qualificazione. Ed è curioso che il primo dei due swing sia stato proprio un piccolo slam, questa volta chiamato dai nostri due ragazzi e fallito dai norvegesi. E, manco a farlo apposta, è – a mio modesto giudizio – il migliore dei quattro:

Donati gioca 6 quadri con attacco a fiori, apre il taglio a picche che avrebbe certamente fatto di K per evitare un surtaglio e la battuta conseguente dell’ultimo atout (colpo classico), ma Sud non risponde al terzo giro quindi si può tagliare di 10 e poi di K, giocando in pratica la mano sulle atout 3-2 e cedendo la Q.

Nell’ultimo turno una sconfitta di misura (-3) con l’Australia ci assegna il sesto posto finale, e questo è dunque il ranking: Norvegia, Svizzera, USA 2 e Polonia occupano le prime quattro posizioni (quasi incredibile la risalita di USA 2, fuori di 15 VP a cinque turni dalla fine e sul podio all’arrivo), e hanno dovuto scegliere le loro avversarie fra Israele, Italia, Cina e USA 1.

Lo avevamo detto all’inizio: nel ranking c’erano almeno nove formazioni – senza tenere conto di possibili sorprese – che all’esame del roster arrivavano a Marrakesh per vincere, e per ragioni di capienza una di queste ovviamente non avrebbe passato neppure il primo sbarramento. E’ toccato all’Olanda, che dopo una brillante partenza si è afflosciata via via e nel durissimo finale ha ceduto nettamente, salvo un ultimo disperato tentativo di rientro con la netta vittoria contro la Nuova Zelanda mentre USA 1 pasticciava con l’Egitto ma non abbastanza. E così esce di scena prematuramente la medaglia di argento di Salso, al’epoca giustiziera dei sogni azzurri. Ci sono poi state sì squadre sorpresa – Belgio, Irlanda e soprattutto Nuova Zelanda e India- che hanno stazionato più o meno a lungo nelle prime posizioni, ma tutte hanno prima o poi ceduto alla distanza.

Ora, dovete sapere che la regola della scelta per gli accoppiamenti dei quarti di finale è stata leggermente modificata. La prima e la seconda pescano a loro piacere tra le ultime quattro qualfiicate, ma a questo punto scatta un automatismo che assegna alla terza l’ultima delle restanti, e alla quarta quella che rimane. Il risultato è stato questo: come avevo pronosticato al Checco, la Norvegia ha scelto la Cina e la Svizzera Israele (difficile che qualcuno scelga Italia o USA se può non farlo), e questo ha prodotto l’inaspettato esito del derby americano nei quarti, mentre alla Polonia siamo rimasti noi.

La squadra mista, che come ormai abbiamo imparato ha bisogno di tensione per dare il meglio, oggi si è rilassata: due sconfitte, una di misura con la Nuova Zelanda e una più netta contro il Belgio, unite al fatto che le prime sei erano molto vicine tra di loro, hanno prodotto un quinto posto finale. Ha vinto la Germania davanti a Romania, Francia e USA 2, mentre dal quinto all’ottavo posto si sono piazzati Italia, Cina, USA 1 e Belgio. La Germania ha scelto il Belgio e, mentre ero sicuro che la Romania avrebbe scelto la Cina lasciandoci un pessimo accoppiamento con USA 2 (ricordi salsesi non felici), ecco che i rumeni hanno preso noi e la Cina è toccata ai francesi, creando le premesse anche qui per il derby americano. La Romania è un bruttissimo cliente (non a caso saremo su BBO al primo turno, mentre nel secondo saranno di scena le altre due squadre italiane), ma USA 2 credo che ce la risparmiamo volentieri: e d’altra parte se volevamo essere noi a scegliere bisognava fare qualcosa di più oggi.

I seniores hanno messo al sicuro la qualificazione subito con una nettissima vittoria su Israele, e hanno poi vinto di misura anche il secondo incontro contro il Belgio: questo non è stato sufficiente a rientrare nelle prime quattro posizioni, dove si sono collocati nell’ordine Polonia, USA 1 USA 2 e Danimarca. Come era da aspettarsi nessuno ci ha scelto e questo ci ha accoppiato automaticamente alla Danimarca, mentre gli altri tre incontri saranno Polonia-Olanda, USA 1 – Svezia e USA 2 – Norvegia.

Ecco un bel 4 cuori mantenuto da Amedeo Comella in Nord, dopo che Est primo di mano ha aperto di 1 fiori e Sabbatini è entrato in bicolore nobile mentre Ovest ha manifestato il possesso delle quadri.

Dopo l’attacco di 9 di quadri, Comella gioca la mano a carte viste perché se Ovest ha gli onori di quadri, Est per giustificare l’apertura deve avere tutti i punti restanti, quindi la Q di cuori è certamente in impasse. Il problema però consiste nel fatto che, se le atout sono 3-1, ci resterà una sola atout per tagliare le picche, e inoltre il K di fiori è certamente sottomesso a una forchetta. Comella ha manovrato così: Asso di picche e picche per la Q e il K di Est che ha giocato la sua seconda quadri tagliata. Ora picche taglio, tre giri di cuori sorpassando la Q e picche cedendo il quarto giro a Est che ha solo fiori e deve portare la presa di K a Amedeo, che alle ultime due prese ha al morto la picche franca e l’ultima atout per farsela.

Infine nella Venice Cup le prime quattro posizioni erano assegnate da tempo: Polonia, Svezia, Francia e Turchia (molto calata nel finale), che avrebbero dovuto pescare fra Norvegia, USA 2, Cina e Israele. I KO vedranno sfidarsi Polonia-Israele, Turchia-USA 2, Svezia-Norvegia e Francia-Cina.

Facendo un po’ di statistica vediamo che delle 32 qualificate abbiamo sette equipe statunitensi (che però, come si sa, sono fuori concorso in questi calcoli); con tre qualificate ci sono Polonia, Norvegia, Italia e Cina; a due qualificazioni troviamo Svezia, Francia e Israele mentre con una squadra qualificata ci sono Turchia, Danimarca, Olanda, Romania, Germania, Belgio e Svizzera.

Dunque stasera possiamo permetterci un sospiro di sollievo e un brindisi, in casa Italia. L’obiettivo minimo è stato raggiunto: da qui in avanti subentrerà la dura legge del KO, a partire dai quarti di finale che si snoderanno per sei round fra lunedì e martedì. Vedremo dunque quale livello di competitività hanno raggiunto le nostre squadre: rispetto a Salso il risultato è identico con tre squadre nei quarti, ma là era stato un tre su quattro, con i Seniores eliminati, e inoltre eravamo presenti in tutte le discipline come nazione ospitante e non avendo conquistato il diritto sul campo, e queste considerazioni in qualche modo suggeriscono che abbiamo fatto un passo avanti, che ci auguriamo venga ampliato nei prossimi giorni.

 

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