Con onore, però. Abbiamo perso entrambi i ko e siamo fuori dai mondiali: questa la nota dolente della giornata che rattrista tutto il “clan Italia”, sia quello presente a Veldhoven che i numerosissimi supporter che hanno seguito le due squadre nelle loro avventure.
Non era un esito del tutto inatteso, va detto. Avevamo come avversarie squadre molto forti, come è giusto che sia nei quarti di finale di un camiponato del mondo, ancorché giovanile, e in entrambi gli incontri non potevamo considerarci favoriti, anche se gli incroci nel round robin non avevano fatto percepire tutta questa differenza.
Vediamo come si sono svilupati gli incontri. Entrambe le squadre sono affondate subito nettamente nel primo dei quattro turni di 14 board ciascuno che si sono disputati, in maniera curiosamente simmetrica. Ci siamo ritrovati a -34 con le ragazze e a -35 con i boys al primo ingaggio, e da lì ovviamente è stata salita dura.
E’ tuttavia stata notevole la prova di carattere di ragazze e ragazzi nel secondo turno, perché entrambi gli incontri si sono riequilibrati: addirittura i ragazzi, che giocavano in rama (molte buone decisioni di Scatà e Gaiotti, bravi come sempre Donati e Porta), hanno rovesciato l’incontro con un eclatante +47 che li ha portati a +12 nel conto totale. Va ricordato che i loro avversari non erano pellegrini qualsiasi ma coppie che prendono abitualmente ad alto livello anche in manifestazioni open, in particolare Toledano-Zamir, come ricordava continuamente su BBO il commentatore israeliano durante il turno. Ma anche le ragazze si sono riportate a -11 di distacco, e pure loro non avevano certo di fronte avversarie morbide. Quindi i match si potevano considerare ancora completamente in gioco.
Entrambe le squadre partivano poi nel terzo turno segnando uno swing importante, per cui nel Girls ci trovavamo dopo sei board in perfetta parità, mentre gli U26 avevano incrementato il vantaggio a + 23. Purtroppo il finale di tempo di entrambi gli incontri è stato rovinoso, e questo ha di fatto deciso i match: i ragazzi hanno perso 43 MP ritrovandosi a -20, le ragazze ne hanno ceduti 26 e quello era il ritardo con cui avrebbero affrontato le ultime 14 mani. Due situazioni compromesse ma non disperate, dunque.
C’era da augurarsi, per i colori azzurri, un set finale di mani da sconquasso, top o zero a ogni giro: tanto un KO più che perderlo non si può. E invece, mannaggia, calma piatta e bonaccia assoluta. Nelle prime dieci mani (su 14), solo due board avevano spostato più di una surlevée per le ragazze, e solo uno per i boys. A dire il vero, in una mano era passata una possibilità di centrare uno swing:
Se guardate le carte orizzontali soltanto, siete piuttosto contenti di aver chiamato questo slam. Non sarà proprio al 75%, specie su attacco fiori, ma certamente siamo sopra al 50, e se si deve rimontare queste occasioni vanno sfruttate. Dunque onore al merito per Federica e Valentina, che hanno chiamato lo slam dopo una lunga e accurata licita con perfetta cognizione di causa, fra le pochissime coppie fra tutti i campionati. Come si vede le carte sono state deposte dal destino sulla linea verticale con perfida malvagità: lo slam mantenuto ci avrebbe portato intorno a -15 MP di ritardo, e forse si sarebbe scritta un’altra storia da lì in avanti.
Ma insomma, una volta invocate tutte le varie circostanze attenuanti, alla fine va detto chiaro che non abbiamo perso per sfortuna ma perché gli avversari, forti e meritevoli, hanno giocato meglio di noi e fatto meno errori. A noi rimane il merito di averli fatti soffrire e di averli impegnati fino alle ultime battute, e non è poco. Il risultato minimo è stato centrato, peccato non essere riusciti ad andare oltre.
Si potrà fare di meglio in futuro? Per quanto riguarda l’Under 26 l’età media della squadra è molto alta, per cui andrà necessariamente rinnovata pesantemente per le prossime edizioni: e che dietro gli attuali titolari i ricambi siano latitanti lo dimostra la nostra assenza sia dal torneo Under 21 che Under 16. Manca la base, lo sappiamo bene; chi è stato a Strasburgo a giugno ha ammirato con invidia le sale piene di ragazzini arrivati da tutta Francia a sventolare cartellini colorati sui tavoli, in intelligente contemporanea con il Transnational per creare un effetto di trascinamento. Dobbiamo trovare il modo di avere anche noi qualcosa del genere, e in una base ampia troveremo le stelle da portare al vertice.
Per le ragazze il problema verrà ancora mascherato per qualche anno dalla bravura delle sorelle Dalpozzo e di Sophia Capobianco, che sono tutte abbastanza giovani da giocare (almeno) un’altra edizione; ha dato segnali promettenti anche la terza coppia schierata, Davide-Brusotti, non ancora all’altezza delle migliori ma con la possibilità di sfruttare il loro esempio per crescere, e anche loro sono abbastanza giovani da rigiocare. Alle loro spalle ci sono altre coppie girls che competono, per ora senza risultati ma accumulando esperienza. Ma anche qui, lo splendore delle stelle rischia di nascondere il vero problema, la mancanza di un movimento di base reale.
Non è facile, chiaro: se lo fosse lo farebbero tutti, e invece molte nazioni hanno il nostro stesso problema di tendenza declinante. Ma la mia convinzione è che sia l’unica cosa importante per il nostro movimento, in questo momento, molto di più delle medaglie per le quali siamo venuti a competere qui a Veldhoven.
Allarghiamo un attimo lo sguardo e vediamo come è andata in generale. Nell’Under 26 Singapore ha eliminato a sorpresa i favoriti di USA1; nella norma le vittorie di Polonia e Olanda (i greci si sono ritirati prima dell’ultimo tempo, tale era il distacco). Nell’Under 21 in semifinale Cina, USA 2 (vincente dello scontro fratricida con USA 1), Danimarca e Israele. Nelle Girls, oltre all’Olanda passano Norvegia, Polonia e Francia. Nell’Under 16 le due USA, Estonia e Polonia raggiungono la semifinale. E nell’Under 31 (categoria di cui, a mio modesto giudizio, non si sentiva la mancanza) superano i quarti Cina, Belgio, Francia e India.
E questa mappa ci dice dove sta andando il bridge oggi, e soprattutto dove andrà domani. A parte le tre semifinaliste USA, che come detto partono da un lotto di partecipazione privilegiato, troviamo tre semifinaliste anche per la Polonia, mentre Francia, Olanda, Cina e Israele ne hanno due (avevo inizialmente annotato che anche Israele ne aveva tre perché non mi ero accorto che all’ultimo board il Belgio l’aveva sorpassato nell’U31).
Una semifinalista infine per Singapore, Danimarca, Norvegia, Estonia, Belgio e India.
Per completare la cronaca, informiamo infine che si stanno giocando due tornei di consolazione per le eliminate, uno open guidato da una squadra Turca e uno riservato agli Under 16 dove al comando è Israele.
The post Tutti fuori first appeared on Bridge d’Italia Online.